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 Come nasce e che cosa è

Tutto è iniziato il 22 dicembre 2015. Su invito del dottor Luca Sala, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Biella, si trovano i dottori Maurizio Bacchi e Giuseppe Graziola, la dottoressa Solangela Dagostino, il vicepresidente della RETE DEI CAMMINI Franco Grosso e altri, e viene posta la base per il programma “Salute in Cammino, 10.000 passi per stare bene”, unendo di fatto le esperienze maturate su tavoli diversi.

Viene studiata in modo scientifico una strategia e prevista una metodologia di applicazione territoriale del programma e nasce il “format” attuale, con la creazione delle Scuole di Cammino: facili percorsi lunghi 1 / 2 km, da usarsi come facile passeggiata ma anche come test di allenamento al cammino. Grazie  ad un concorso nelle scuole biellesi, vinto dalla Scuola Primaria di Lessona, il Bruco Millepiedi diventa il simbolo del programma in Piemonte.....

Da allora, con il programma Salute in Cammino di passi se ne sono fatti alcuni milioni. Vi hanno già aderito oltre trenta comuni della Provincia di Biella, comprese le città più importanti, tre comuni della Provincia di Vercelli e alcuni di altre province piemontesi. Ma il programma è aperto e in continua evoluzione, e vede anche la collaborazione di Arpa Piemonte e di associazioni sportive e di volontariato.

La RETE DEI CAMMINI  FRA IL  2019 E IL 2020 INTENDE ESTENDERE IL PROGETTO IN LOMBARDIA  E DIFFONDERLO FRA  LE PROPRIE CONSOCIATE di tutte le Regioni.

Un forte impegno sociale

Tra gli obiettivi è prioritario quello di stimolare i cittadini, in particolare i più sedentari, a praticare l’attività fisica del cammino, come strumento utile per la prevenzione di numerose patologie. E’ infatti provato che le malattie cronico-degenerative come il tumore e l’infarto, possono essere prevenute con una costante attività fisica e contrastando la sedentarietà. Inoltre il cammino è il modo più naturale, accessibile ed economico per la promozione di sani stili di vita che fanno “guadagnare salute”.

Ma l’importanza del programma va ben oltre al puro aspetto sanitario e ambientale, per diventare un grande impegno sociale. L’OMS dichiara che l’inattività fisica è oggi il maggior problema al quale andrà incontro la popolazione del mondo occidentale, più del fumo e delle droghe. Questo a causa del cambiamento degli stili di vita che porta ad una maggiore sedentarietà, creando da una parte un allungamento dell’età media, ma dall’ altra determinando un anticipato ricorso a cure e farmaci per supplire al deficit motorio. Ne consegue uno sbilancio economico molto forte, in prospettiva non sostenibile.

Camminare con le modalità suggerite da Salute in Cammino favorisce l’incontro tra le persone, lo scambio di informazioni e il superamento delle disuguaglianze sociali. I percorsi sono uno spazio di relazione di facile accesso, prossimo ai luoghi di residenza e sono ambienti adatti per reagire a condizioni di marginalità e solitudine. Non ci sono livelli di difficoltà e gran parte dei percorsi sono accessibili a persone di diverso grado di abilità, di età anagrafica e di salute.

Promozione del territorio

La partecipazione dei Comuni al programma Salute in Cammino ha generato una serie di azioni e di sinergie positive che - oltre a migliorare la salute e il benessere dei cittadini - mettendo in connessione tra di loro i diversi percorsi e sentieri locali, collegandoli anche a cammini storico-devozionali esistenti, con un risultato molto interessante per quanto riguarda la promozione turistica.

Ne è la prova la condivisione della Rete dei Cammini, che ha inserito il protocollo di Salute in Cammino nella mozione parlamentare “Scuole in Cammino” indirizzata al Ministero dell’Istruzione per inserire l’attività del cammino nel Piano Formativo di ogni ordine di scuola. Analoga condivisione di obiettivi è stata fatta dall’UNPLI, unione delle Pro Loco d’Italia, attraverso il portale www.camminitaliani.it.

Prospettive e necessità

Il successo del programma Salute in Cammino è al momento favorito da un sostanziale passaparola tra amministratori e cittadini che vedono aumentare i percorsi sul territorio, ma manca ancora una sua visibilità ufficiale attraverso una promozione efficace finora mai attuata. Sono già stati organizzati corsi per “walking leader”, ovvero promotori locali e alcune importanti istituzioni regionali, a cominciare dall’ARPA, dal CAI e dall’UNPLI, hanno già manifestato il loro interesse, ma occorre ancora fare molto lavoro in questo senso.

La RETE sostiene il progetto SALUTE IN CAMMINO da sempre, e da sempre crede fermamente che SALUTE IN CAMMINO possa e debba diventare un progetto nazionale. E che possa diventare parte significativa non solo del progetto "2020 anno delle SCUOLE IN CAMMINO" ma anche un piccolo avvio di un nuovo stile di vita incentrato sulla mobilità sostenibile  e sul tema “salute a tutto campo e benessere del singolo come benessere della comunità”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

10.000 passi al giorno


Li consiglia l'Organizzazione Mondiale della Sanità. 5.000 passi sono obbligati (spostamenti in casa, ecc.) anche per i più sedentari.
Bisogna farne almeno altri 5.800, e di buon passo. Se ne avvantaggiano gli apparati cardio-vascolare, muscolo-scheletrico e respiratorio e la condizione psico-fisica generale. E prevengono diabete, ipertensione e stress: 35 minuti giornalieri a passo sostenuto favoriscono un'equilibrata produzione di endorfine (sostanze che stimolano la sensazione di piacere).

Il camminare, poi, unitamente al mangiar sano facilita il raggiungimento e il mantenimento del peso corretto, basilare requisito salutistico.

Su questi temi opera la Carta di Toronto (GAPA Global Advocacy for Physical Activity) protocollo mondiale (2010) orientato al benessere individuale, sociale e sostenibile, che ha ispirato la  campagna di sensibilizzazione SALUTE IN CAMMINO.

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